Morte per amianto, un’altra condanna a Fincantieri

Non un dipendente diretto ma la figlia di un ex operaio. E’ la prima condanna a Fincantieri con una sentenza di questo tipo nelle Marche

Condanna a Fincantieri: Anni a lavorare nel cantiere al porto di Ancona, fino alla pensione all’inizio degli anni 80. Il tempo in cui quello navale era uno dei settori in cui l’amianto veniva più impiegato nelle lavorazioni.
Ogni giorno però le fibre del minerale cancerogeno rimanevano intrecciate alle tute da lavoro, tornando a casa con gli operai, avvelenando anche i familiari. In questo caso la figlia di un elettricista di Fincantieri, morta per mesotelioma anni dopo, poco oltre la soglia dei 50. Non aver informato i lavoratori dei rischi, la responsabilità principale accertata dell’azienda. E’ la prima sentenza di questo tipo nelle Marche, pochissimi i precedenti in Italia di condanne per la morte di familiari di lavoratori. Possibili ricorsi in appello, da entrambe le parti.

“L’errore è stato individuato nel non aver informato i propri dipendenti dei rischi che la manipolazione dell’amianto comportava per la loro salute ma soprattutto dei rischi che queste polveri nocive potessero diffondersi anche nell’ambiente domestico.”, afferma l’avv. Ludovico Berti.

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