Morto il carabiniere che era rimasto contaminato dall’uranio impoverito

Gaetano Luppino si è spento questa notte all’ospedale San Paolo: si era ammalato dopo una missione in Bosnia e Kosovo, aveva dovuto lottare anche per il risarcimento

Contaminato dall’uranio impoverito – E’ morto la notte scorsa, dopo una lunga malattia, Gaetano Luppino, l’ex sottufficiale dei carabinieri da tempo malato dopo essere rimasto contaminato dall’uranio impoverito nel 2004, nel corso di una missione in Bosnia e Kosovo. Nel 2008 il militare che abitava a Savona aveva scoperto di avere un melanoma. Per sconfiggere il male si era sottoposto a diversi interventi chirurgici e un ciclo di chemioterapia. Il ministero della Difesa doveva corrispondergli i «benefici assistenziali», ovvero un indennizzo di più di 150 mila euro, che viene riconosciuto a militari e civili che si sono ammalati dopo essersi esposti a «particelle pesanti». Il militare, quando aveva preso parte alla missione, era in forza a Savona, nella caserma dei carabinieri di corso Ricci.

Una lunga battaglia legale

Oltre a combattere contro il male, l’ex sottufficiale aveva sostenuto anche una lunga battaglia legale con il ministero della Difesa per vedersi riconosciuto un risarcimento per le sue gravi condizioni di salute conseguenza di quella missione all’estero nel 2004, in Bosnia e in Kosovo con la «Msu», la Multinational Specialized Unit. Il carabiniere aveva dovuto rivolgersi al giudice del lavoro con un ricorso contro la decisione del ministero che aveva respinto la sua domanda e non aveva riconosciuto l’indennizzo. In primo grado il giudice del tribunale di Savona, Elisabetta Baisi gli aveva dato ragione e, forte di una perizia secondo la quale «è altamente probabile il nesso di causalità tra l’esposizione all’uranio impoverito e il tumore», aveva condannato il ministero e quantificato l’indennizzo in 150 mila euro ai quali dovevano essere aggiunti gli interessi maturati dal momento in cui il carabiniere aveva presentato la domanda. «Sono soddisfatto» aveva commentato Gaetano Luppino.

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