Ecco la mia famiglia divorata dall’amianto

Loriana e Giuliano, fratelli uniti dalla fibra che uccide

Fratello e sorella uccisi dall’amianto. Una famiglia divorata dall’amianto, distrutta dal mesotelioma pleurico, tristemente noto come la malattia degli operai. Lei, Loriana, aveva 53 anni ed è volata in cielo nel 2011. Lui, Giuliano Evangelisti, se n’è andato all’alba di domenica. Aveva 58 anni. Oltre al legame di sangue e al tumore, uno dei più aggressivi e maligni, avevano in comune un’altra cosa: il rapporto con Fincantieri. Giuliano qui ha lavorato come elettricista per 35 anni, restando a contatto diretto con l’amianto dal 1973 al 1986, come riconosciuto dall’Inail. Loriana faceva tutt’altro nella vita: la sua colpa è stata prendersi cura del fratello e del papà, anche lui ex saldatore del cantiere, stroncato da un infarto tempo fa (ma in quel caso l’amianto sembra non avere responsabilità).

Il nemico sulle tute

Puliva quotidianamente le loro tute intrise di fibre velenose, ma già respirare la stessa aria del padre, sotto lo stesso tetto, potrebbe averla esposta indirettamente e in modo fatale alle particelle volatili dell’asbesto, che ogni anno in Italia fa ammalare 1.200 persone. Per la maggior parte, ex operai. Orasi aspetta l’esito dell’autopsia eseguita ieri dal professor Adriano Tagliabracci (oggi la Procura darà il nulla osta per i funerali), ma non ci sono troppi dubbi sulla causa della morte di Giuliano, padre di due gemelle non ancora maggiorenni: mesotelioma pleurico, riscontrato sin dal 2014, quando si è sottoposto ad accertamenti medici e ha fatto la terribile scoperta. «Mio marito si era ammalato il 13 ottobre, ma appena l’ha capito è partito in quarta – racconta la moglie Marisa, 53 anni -. Da allora la nostra vita è cambiata. Lui non si è mai arreso, pur sa- pendo che quel male l’avrebbe portato alla morte».

Alle prime cure sembrava rispondere bene. Poi il crollo. Quel male invincibile ha consumato il corpo, ma non il coraggio di Giuliano. «Era un uomo eccezionale, forte, allegro. Regalava sorrisi a tutti, solare, mai polemico. Ha affrontato con grande forza un percorso dolorosissimo di due anni. Ripeteva sempre: Alla mia malattia non ci penso. Si va avanti, è capitata a me e me la tengo. Spero solo che quando arriverà il momento, non soffrirò troppo. Io sono casalinga, ma per due anni ho fatto l’infermiera: ho dovuto imparare per forza, per quanto prezioso sia stato l’aiuto dei medici».

Finché è stato possibile, Giuliano è rimasto con la famiglia, nella sua abitazione di Agugliano. Da qualche tempo si trovava nella Hospice dell’ospedale di Chiaravalle, dove si è spento domenica, nel giorno del diciassettesimo compleanno delle sue due bambine. Destino atroce. Nel suo calvario, Giuliano ha trovato le forze per affrontare una battaglia legale che ora porteranno avanti i suoi parenti, assistiti dagli avvocati Ludovico e Rodolfo Berti e Roberta Rossini. Il 6 dicembre davanti al giudice del lavoro si terrà la prima udienza della causa intentata dall’ex elettricista, quando era ancora in vita: a seguito del decesso, andrà ricalcolata l’entità della richiesta di risarcimento che, nel ricorso depositato a luglio, ammontava a 2 milioni e 670 mila euro. «La Corte d’Appello di Ancona in situazioni analoghe ha paragonato il mesotelioma pleurico alla condizione di un detenuto nel braccio della morte», spiega l’avvocato Ludovico Berti, il cui studio si occupa di numerosi casi riguardanti ex dipendenti Fincantieri. «Abbiamo circa venti processi pendenti e 15 decessi al vaglio dei consulenti, Mario Governa e Lory Santarelli. Ci sono persone che hanno lavorato per ditte d’appalto al cantiere. Chi parla di strage legalizzata ha ragione. E poiché i tempi di latenza della malattia sono molto lunghi, si prevede che il picco dei decessi si manifesterà attorno al 2020».

Le morti senza fine

L’amianto continua ad uccidere anche nella nostra regione, soprattutto ad Ancona. Secondo i dati raccolti dal Registro mesoteliomi delle Marche, attivo dal 1999 presso l’Università di Camerino sotto la direzione della professoressa Iolanda Grappasonni, in vent’anni quasi metà dei casi di mesotelioma nella regione (263 su 556) si sono verificati nella provincia di Ancona(47%) e il 33% (187 casi) soltanto nel capoluogo. Una sproporzione clamorosa, rispetto all altre province: 116 casi nel Pesarese (21%), 90 nel Maceratese (16%), 47 nel Fermano (8%) e 40 nell’Ascolano (7%). Le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 65 e i 74 anni (37%) e oltre i 75 anni (36%), in larga maggioranza uomini (76%). Purtroppo si tratta di una parabola crescente, dovuta al fatto che i danni da esposizione alle fibre d’amianto possono manifestarsi a distanza di molti anni.

Lui è morto nel giorno del compleanno delle figlie. Lei si è ammalata pulendo le tute.

Stefano Rispoli

Dal Corriere Adriatico