La chiamano “ sindrome dei Balcani ”: una serie di malattie, comprese quelle tumorali, riscontrate fra i militari e i civili causate dall’esposizione all’uranio impoverito. La quarta commissione parlamentare d’inchiesta rileva sconvolgenti criticità a cui sono stati esposti i militari italiani.
L’uranio, utilizzato per costruire munizioni e pezzi di altre armi, rilasciato dopo l’esplosione contamina il terreno e se inalato risulta estremamente dannoso per l’organismo e in grado di provocare gravi patologie tumorali. A causa dell’ esposizione all’uranio impoverito sarebbero centinaia i morti fra i militari italiani, migliaia gli ammalati.
A fare chiarezza in questo delicato problema è stata la relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta guidata da Gian Piero Scanu (PD), documento ritenuto di estrema utilità anche dal parlamentare serbo Darko Laketic, presidente della Commissione Salute e Famiglia. Gli effetti dell’uranio impoverito, come il cancro ai polmoni, si riscontrano oggi, infatti, non solo fra gli uomini in divisa, ma anche fra i civili serbi, entrati in contatto con le sostanze nocive per via dei bombardamenti NATO del 1999.
La relazione italiana, presentata a febbraio 2018, riveste un ruolo importante per prestare la necessaria attenzione alla salute dei militari in Italia e in missione all’estero, un documento, che verrà inoltre riproposto anche in Serbia. Esprimendo l’auspicio che il prossimo Parlamento adotti le misure presentate nella relazione, Gian Piero Scanu, presidente della IV Commissione d’inchiesta sull’Uranio della XVII legislatura ha rilasciato in merito un’intervista esclusiva a Sputnik Italia.
— Gian Piero Scanu, quali sono i risultati della Commissione d’Inchiesta da lei presieduta?
— La nostra è stata una Commissione d’Inchiesta, quindi ha potuto lavorare utilizzando il potere della magistratura facendo ricorso agli esami testimoniali. La relazione conclusiva che la Commissione ha approvato lo scorso 7 febbraio contiene alcune evidenze che in quanto tali rappresentano il portato di verifiche oggettive fatte sul campo. Non sono state riportate le rispettive posizioni personali dei singoli, ma, com’era doveroso fare, è stata posta in votazione e inviata al Parlamento una sintesi ragionata del lavoro svolto ed effettivamente documentato.
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