Altre condanne in primo grado per Fincantieri. Mesoteliomi e carcinomi polmonari: le tragiche storie
ANCONA Ancora operai uccisi dall’ amianto. Ancora sentenze di condanna nei confronti della Fincantieri. Ammonta a quasi un milione e mezzo di euro la somma che il cantiere navale dovrà pagare come risarcimento alle famiglie di tre ex dipendenti, due morti a causa del mesotelioma pleurico, uno per via di un carcinoma polmonare.
La lista di morte
Tutte malattie contratte, secondo quanto riferito dalle perizie discusse in tribunale, a seguito dell’esposizione alle fibre d’amianto. Per la Fincantieri si tratta dell’ennesimo risarcimento deciso in primo grado dai giudici della sezione civile. A febbraio, per il decesso di due ex operai, la società era stata condannata al pagamento diun milione e 400 mila euro. Un riconoscimento ottenuto pochi mesi dopo la notizia della morte di Giuliano Evangelisti, ex saldatore del cantiere stroncato dal mesotelioma pleurico e per il cui decesso la procura ha aperto un fascicolo. Le ultime sentenze riguardano tre ex lavoratori, le cui famiglie sono state rappresentate nei procedimenti dagli avvocati Rodolfo e Ludovico Berti. Le vicende, pur corse su differenti binari, raccontano la stessa storia, iniziata con il contatto con la sostanza killer e terminata con la morte, avvenuta dopo una lunga agonia.
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La maxi cifra
Con la sentenza del I giugno, il tribunale ha decretato un risarcimento pari e un milione e 100 mila euro. Una maxi cifra che ha tenuto conto dellalto numero di eredi. Quello di Biagini è un caso particolare. Avrebbe lavorato con lamianto solo pochi mesi, dal 1962 al 1963 e poi per un breve periodo durante il 1966. Tanto, però, è bastato per farlo ammalare di mesotelioma. Alla Fincantieri, nelle vesti di elettricista, ci era arrivato con una ditta in appalto del cantiere. Ancora più raro il procedimento apertosi per la morte del 67enne Quinto Coacci, congedatosi nel 1992 dopo aver ricoperto vari ruoli. A strapparlo alla vita, nel 2008, è stato un carcinoma.
Le consulenze
La contrazione della patologia è multifattoriale. In questo caso, però, i consulenti hanno dimostrato come la patologia fosse collegabile al contatto con le fibre, rilevando lesistenza di placche pleuriche e un principio di asbestosi in un paziente che non aveva mai fumato in vita sua. Di 854 mila euro il valore del risarcimento. «Siamo molto soddisfatti ha detto lavvocato Rodolfo Berti dell’andamento delle cause. Un po meno per gli importi liquidati».
Leggi l’articolo di Federica Serfilippi sul Corriere Adriatico
(Ancona)16 Jun 2017