E’ un elenco lungo pagine e pagine, e forse non basterebbe una giornata intera per scorrerlo tutto. Perché ogni anno, raccontano i dati, le statistiche, e i bilanci stilati da osservatori, sindacati e associazioni, il numero dei morti sul lavoro e delle vittime dell’amianto aumenta. Il 28 aprile, giornata mondiale dedicata al ricordo di chi ha perso la vita in un incidente fatale mentre svolgeva la propria professione, e di chi, invece, si è ammalato ed è morto a causa della “fibra killer”, “è un’occasione per ricordarli tutti”, spiega Giuseppe Manfredi, presidente dell’Afeva, l’Associazione familiari vittime dell’amianto. “E per riflettere, e capire come intervenire per arginare un fenomeno che ogni mese, ogni settimana, ogni giorno paghiamo a un caro prezzo”.
Secondo i dati dell’Inail, solo nel 2015 i morti sul lavoro sono stati 1.172, +16,15 per cento rispetto al periodo gennaio-dicembre 2014, a cui si sommano i 184 infortuni fatali che si sono verificati in Italia dall’inizio dell’anno, registrati dall’osservatorio indipendente di Bologna del metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli. Per quanto riguarda l’amianto, poi, il bilancio è ancora più alto: 100.000 vittime in tutto il mondo e 6.000 in Italia ogni anno, fra tumori polmonari, malattie correlate e mesoteliomi.
Da http://www.ilfattoquotidiano.it
Giornata mondiale delle vittime dell’amianto e morti sul lavoro
Oggi si celebra la giornata mondiale delle vittime dell’amianto e morti sul lavoro, la fibra che in Italia uccide 4mila persone ogni anno per tutte le malattie asbesto correlate, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012 (ben sei mila casi in più rispetto al precedente aggiornamento del Registro nazionale mesiotelioma di Inail risalente al 2008).
A 24 anni dalla sua messa al bando, con la legge 257 del 1992, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme, sul nostro territorio: le stime (per difetto) di Cnr-Inail parlano di ben 32 milioni di tonnellate. Il Programma nazionale di bonifica dei Siti di interesse nazionale conta 75mila ettari di territorio in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto, il Ministero dell’Ambiente riporta oltre 44mila siti contenenti amianto di cui 2.236 bonificati e 41.350 ancora da bonificare. Stime purtroppo destinate a crescere vista l’incompleta documentazione inviata dalle Regioni al Ministero dell’Ambiente: la Calabria addirittura non ha mai inviato il report annuale e altre cinque regioni (Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata) non hanno fornito i dati del 2014. Mentre il Piano regionale amianto – secondo l’ultimo aggiornamento di Legambiente del marzo 2015 – manca ancora in sei regioni (Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna). Solo dieci su venti hanno concluso il censimento e altrettante hanno realizzato la necessaria mappatura dell’amianto sul territorio.