L’amianto ha ucciso due operai. Fincantieri condannata al risarcimento

Fincantieri condannata al risarcimento

I legali: “Ma la cifra non è sufficiente”

ANCONA – Operai morti a causa dell’amianto: Fincantieri condannata a un risarcimento milionario. Alle famiglie delle vittime, una scomparsa nel 1997 e l’altra nel 2005, andranno complessivamente un milione e 400mila euro. È la decisione presa nei giorni scorsi dal giudice civile, sezione lavoro, Tania De Antoniis dopo due diversi procedimenti avviati entrambi nel 2013 a seguito dei decessi di due ex dipendenti del cantiere navale. Ma i legali delle parti offese, rappresentate dagli avvocati Rodolfo e Ludovico Berti, non ci stanno: per loro sarebbe troppo esiguo il risarcimento decretato rispetto alle sofferenze che le rispettive famiglie delle vittime sono state costrette a sopportare, guardando giorno dopo giorno i loro cari andarsene a causa del mesotelioma pleurico, una patologia strettamente connessa all’esposizione prolungata alle fibre killer. Non è quindi escluso che i legali possano impugnare la sentenza, ricorrendo all’appello.

La lenta agonia

Le vicende, pur avendo corso sempre su due binari paralleli, raccontano la stessa storia: il contatto con l’amianto, la scoperta terribile della malattia e una lenta agonia che ha portato entrambi gli operai verso la morte. Uno è scomparso nel 1997, quando aveva solo 54 anni. Alla Fincantieri aveva lavorato per trent’anni: dal 1963 al 1993, ricoprendo principalmente le mansioni di carpentiere specializzato nel posizionamento delle impalcature esterne ed interne agli scafi in costruzione. Un’attività che, secondo i riscontri tecnici, l’aveva fatto lavorare a contatto con materiale nocivo.

Un milione e 400mila euro alle vittime. L’avvocato Berti: “così non si tiene conto del dolore delle famiglie”

Dopo la pensione, il riposo è durato poco. In sei mesi, il mesotelioma lo ha strappato alla vita. La morte ha colto l’operaio, originario di Agugliano, all’ospedale di Senigallia. A piangerlo, due figlie e la moglie. È stata solo quest’ultima la beneficiaria del risarcimento, pari a circa 317 mila euro.

Ammonta, invece, a un milione e 34 mila euro la somma che Fincantieri dovrà sborsare nei confronti degli eredi di un settantacinquenne anconetano morto nel 2005 all’ospedale regionale di Torrette. La somma spetterà alla moglie, alle tre figlie e cinque nipoti. Proprio per il numero ingente di componenti della famiglia il giudice ha stabilito un risarcimento maggiore rispetto all’altro caso.

Tratto dal Corriere Adriatico del’ 11 febbraio 2017

Leggi l’articolo sul CorriereAdriatico.it