AIRC – Tutti i tipi di amianto sono cancerogeni?

SI, tutti i tipi amianto (o asbesto) possono provocare soprattutto mesoteliomi, oltre ad altri tumori, se ne vengono inalate le fibre.

In sintesi

Il nome amianto, o asbesto, è utilizzato per indicare sei diversi minerali della classe dei silicati. Se inalate, le polveri contenenti fibre di amianto causano il mesotelioma, un cancro relativamente raro delle membrane sottili che rivestono il torace e l’addome, tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio. In Italia la produzione, la vendita e l’uso dell’amianto sono vietati dal 1992; tuttavia esistono ancora nazioni in cui può essere estratto e lavorato per l’esportazione. In alcuni studi, finanziati dalle industrie dell’amianto, si sostiene che il crisotilo, il tipo di amianto più comune, non sia cancerogeno. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si è espressa chiaramente: tutti i tipi di amianto sono cancerogeni.

Con il nome amianto si indicano sei diversi minerali appartenenti alla classe dei silicati: actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite. In base alla composizione chimica, questi silicati sono suddivisi in due gruppi: i silicati che contengono calcio e magnesio sono detti anfiboli e comprendono actinolite, amosite (detta anche amianto bruno), antofillite, crocidolite (amianto blu) e tremolite; il crisotilo (amianto bianco) invece è un silicato di magnesio che appartiene al gruppo del serpentino. Il termine asbesto è sinonimo di amianto. Non è raro sentire utilizzare la parola eternit per indicare l’amianto, ma in realtà sono due cose diverse. Eternit è il nome commerciale (derivato da quello di un’azienda produttrice) di un materiale costituito da cemento mescolato a fibre di amianto. La caratteristica fondamentale dell’amianto è di essere formato da fibre molto sottili, flessibili e resistenti.

Versatile ma pericoloso

Le parole amianto e asbesto derivano dal greco e fanno riferimento a importanti proprietà del materiale: significano, rispettivamente, “incorruttibile” e “che non brucia”. Il basso costo e il fatto che l’amianto sia piuttosto resistente alla degradazione e al calore ne hanno favorito il successo commerciale. È stato usato per moltissime applicazioni industriali e civili, soprattutto in edilizia, dove sono state sfruttate le caratteristiche di buon isolante termico e acustico. Le fibre che si ottengono per macinazione del minerale, filate, sono state utilizzate per produrre tessuti resistenti al fuoco.

Purtroppo questo materiale così versatile si è rivelato molto pericoloso: le fibre di amianto possono infatti causare tumori del polmone e mesoteliomi. Quando vengono inalate, le fibre entrano in profondità nei polmoni e altri organi, e poiché sono resistenti alla degradazione, non vengono eliminate. La presenza delle fibre crea uno stato di infiammazione persistente che induce dei danni a carico del DNA delle cellule e ne favorisce la trasformazione tumorale. A seconda del tipo di cellule coinvolte, le conseguenze possono essere diverse. Se vengono danneggiati i tessuti polmonari, si sviluppa un tumore del polmone; se lo sono le cellule della pleura (la membrana che avvolge il polmone) si forma un mesotelioma pleurico, e così via. Il progresso dalla prima lesione alla malattia è in genere molto lungo: possono passare anche 40-50 anni dall’inizio dell’esposizione all’amianto, e mediamente 25, prima che compaia il cancro, in particolare il mesotelioma.

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