Ennesima causa vinta dagli avvocati Berti, 720mila euro agli eredi di un operaio di una ditta in appalto alla Fincantieri che si ammalò di mesotelioma. Il giudice ha riconosciuto anche il danno psicologico
Amianto nel cantiere navale, altra condanna e richiesta di risarcimento alla Fincantieri. L’ultima sentenza è stata emessa pochi giorni fa dal giudice del lavoro del tribunale di Ancona, Arianna Sbano, a favore della moglie e della famiglia di un operaio morto nel 2017 a causa dell’amianto che negli anni gli ha provocato un mesotelioma pleurico che lo ha portato lentamente alla morte. La particolarità rispetto alle decine di cause intentate negli ultimi anni dai familiari di ex lavoratori del cantiere, è che l’operaio iin questione non era un dipendente diretto del cantiere, ma addetto di una ditta in appalto.
“È stato difficile ricostruire la sua storia e soprattutto, a così tanti anni di sistanza, trovare dei testimoni che potessero confermare che l’uomo avesse effettivamente lavorato in cantiere. Ci siamo riusciti _ spiegano Rodolfo e Ludovico Berti avvocati dello studio legale che da sempre segue le cause legate all’amianto, Fincantieri, ma anche contro le ex Ferrovie dello Stato e altre società _ e alla famiglia è stato riconosciuto un risarcimento di circa 720mila euro. In parte alla moglie, in parte alla figlia per la perdita del congiunto collegata alla malattia. Riconosciuto alla moglie dell’operaio anche un danno psicologico, di importo inferiore, ma importante da sottolineare.
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